Dizionario dell’AIDS
AIDS (Sindrome da Immuno Deficienza Acquisita): è la malattia, che si manifesta, dopo alcuni anni o comunque diversi mesi, quando le nostre difese immunitarie colpite dal virus dell’HIV, se non scoperto precocemente e controllato dalla terapia, non sono più in grado di difenderci. In altre parole identifica uno stadio clinico avanzato dell’infezione da HIV.
Beata Conoscenza: lezione-spettacolo teatrale per raccontare l’HIV e le malattie sessualmente trasmissibili nato da un’idea dell’Associazione Giobbe. L’incontro tra Francesco Giorda del Teatro della Caduta e lo staff infettivologo di Associazione Giobbe ha dato vita ad uno spettacolo di taglio ironico, divertente ma per nulla leggero. È un progetto di prevenzione e conoscenza sui rischi che si corrono.
Conclamato: si parla di AIDS conclamato quando la malattia si manifesta clinicamente con infezioni opportunistiche o tumori che compromettono in modo significativo la salute della persona colpita dal virus dell’HIV.
Diagnosi: identificare precocemente il virus è fondamentale per poterlo combattere e controllare. È sufficiente un banale esame del sangue o a volte anche un semplice test salivare se effettuato correttamente: entrambe le soluzioni si possono fare in forma gratuita e anonima.
Epidemia: è la rapida diffusione di una malattia infettiva. La prima infezione da HIV è stata riportata nel 1981. Oggi si stimano circa 40 milioni di persone in vita infette, ma dalla scoperta del virus sono morte più di 35 milioni di persone nel mondo.
FastTrack: è una partnership globale tra città e municipalità di tutto il mondo (compreso Torino) e quattro partner principali (IAPAC, UNAIDS, Un-Habitat e la città di Parigi) il cui scopo principale e azzerare le nuove infezioni da HIV e i decessi correlati all’AIDS.
Giobbe: è un’associazione formata da volontari e operatori che si occupa di persone sieropositive e dei loro familiari, in modo particolare nella gestione di una casa alloggio per persone con HIV in difficoltà. Attiva sul territorio torinese dal 1990.
HIV: virus dell’immunodeficienza umana che colpisce il nostro sistema immunitario e in particolare le cellule CD4 che svolgono un ruolo molto importante nella difesa contro le altre infezioni.
Ignoranza: è l’alleato più grande dell’HIV. Ignoranza su come si trasmette, ma anche scarsa conoscenza della malattia. Questo da un lato ci porta a intraprendere assurdi comportamenti come non stringere la mano a una persona sieropositiva, ma dall’altro si vive la problematica con leggerezza, come ad esempio nei rapporti sessuali non protetti. Nonostante assistiamo a un’evoluzione importante della medicina, la normalizzazione sociale è ferma a decenni fa. Se dal punto di vista medico l’HIV è paragonabile a una malattia cronica, dal punto di vista sociale il malato è visto come un untore e viene isolato. E dai ben pensanti l’HIV è considerata ancora una punizione per chi viveva in modo immorale e violava presunte regole di buona condotta.
Liquidi: l’infezione da HIV si trasmette principalmente attraverso il contatto diretto con sangue infetto in particolare per scambio di siringhe usate, puntura accidentale con aghi o strumenti infetti o trasfusioni (il rischio è ormai ridotto perché il sangue è controllato), sperma, liquido pre-eiaculatorio, secrezioni vaginali e latte materno, ma non con la saliva.
Modalità di contagio: l’infezione da HIV può avvenire a seguito di un rapporto sessuale non protetto o per contatto con sangue infetto o più raramente durante la gravidanza da madre a figlio (trasmissione verticale).
Nastro rosso: ripiegato a forma di fiocchetto è il simbolo riconosciuto a livello internazionale della lotta contro l’AIDS. Compare per la prima volta nel 1991 quando, in occasione dei Tony Awards, lo indossò l’attore Jeremy Irons per sensibilizzare il pubblico sull’AIDS. L’origine però non è certa. La tesi più accredita la attribuisce all’artista newyorchese Frank Moore. Secondo la Red Ribbon Foundation la sua forma non richiama solo la “A” di AIDS, ma piuttosto la solidarietà che “unisce le persone nella comune lotta contro questa malattia”. La sua introduzione ha avuto un forte impatto psicologico ed emotivo nella lotta contro l’AIDS. Purtroppo, in questi ultimi anni, con il diminuire dell’attenzione nei confronti dell’AIDS, questo simbolo ha perso un po’ del suo impatto.
Omosessualità ed eterosessualità: uno dei pregiudizi legati all’AIDS, indicava come la malattia fosse legata a due gruppi a rischio quali gli omosessuali e i tossicodipendenti. Purtroppo sono pregiudizi difficili da superare: in realtà l’HIV riguarda tutti. La maggior parte delle nuove infezioni, ad oggi, avviene per trasmissione sessuale (giovani con una sessualità promiscua e non protetta o adulti e anziani che hanno avuto rapporti occasionali extraconiugali), mentre in passato era lo scambio di siringhe infette tra coloro che facevano uso di droghe iniettabili la causa principale del contagio.
Positivo: colui che è venuto a contatto con il virus e presenta degli anticorpi specifici nel sangue che nel caso dell’HIV non danno protezione ma indicano solo l’avvenuta infezione.
Qualità della vita: negli ultimi vent’anni la terapia specifica contro il virus dell’HIV ha fatto passi da gigante tanto che ormai una semplice somministrazione quotidiana, se il virus e preso nella sua fase iniziale e la terapia viene assunta con regolarità, permette alle persone sieropositive di azzerare la presenza del virus nel proprio corpo e condurre una normale vita di relazione senza il timore di infettare le persone con cui vivono. Nonostante non esistano ancora dei farmaci in grado di eliminare l’HIV dall’organismo, l’infezione opportunamente trattata è oggi considerata un’infezione cronica, che lascia spazio a progetti di vita personali, lavorativi e familiari, compreso quello di diventare genitori.
Rischio: non esistono categorie a rischio, ma solamente comportamenti che sono a rischio di trasmettere l’infezione come rapporti sessuali non protetti o lo scambio di siringhe per chi assume droga tramite vena. Non si corrono rischi se si stringe la mano, ci si abbraccia, bacia, se si viene punto dalla puntura di un insetto, se si scambiano piatti o altre stoviglie, se si frequentano docce, saune, gabinetti, bar, mezzi di trasporto dove ci sono persone sieropositive. Queste hanno il dovere morale di comunicare la propria situazione alle persone con cui hanno rapporti intimi.
Sintomi: inizialmente la presenza del virus si può manifestare banalmente con una sindrome simil-influenzale con febbre e linfonodi ingrossati e dolori muscolari. A questa fase può seguire un periodo senza sintomi che può durare anche anni e quando poi compaiono nuovi sintomi più gravi, siamo in una fase avanzata della malattia più difficilmente controllabile.
Test: non è possibile diagnosticare l’HIV in base ai sintomi, ma solo tramite e test specifici. Infatti i primi sintomi piuttosto generici, simili ad un’influenza compaiono dopo qualche settimana dal contagio e passano dopo pochi giorni. A volte i sintomi gravi, correlati all’AIDS, compaiono dopo 10 anni. Il test va eseguito a 30 giorni dal comportamento a rischio anche se per scrupolo viene in genere fatto ripetere a 3 mesi. Il test è gratuito e anonimo. Non è obbligatorio, ma sapere se si è positivi all’HIV permette di intervenire in modo tempestivo con la terapia farmacologica che permette di vivere meglio e più a lungo.
Undetectable=Untrasmittable (U=U): se il virus non è rilevabile, il rischio di trasmissione è praticamente nullo, pertanto l’obiettivo della terapia attuale che ancora non è riuscita a far guarire completamente le persone, è quello di azzerare completamente la presenza del virus nel sangue.
Viremia o carica virale: è la presenza del virus nell’organismo che crea i maggiori danni pertanto, grazie alla terapia assunta quotidianamente si può rendere innocuo il virus azzerandone la carica e impedendone la diffusione agli altri.
Z Inteso come nuove generazioni. Secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) delle 4000 nuove diagnosi di HIV che si mediamente registrano in Italia ogni anno, il contagio è in aumento tra i giovani sino a 29 anni. Molti di loro non conoscono l’AIDS e HIV perché non se parla più, non è più considerato un’emergenza. Essi, perciò, non sanno quali sono le precauzioni utili a prevenirlo o attivare, nel caso di comportamenti a rischio, le giuste procedure (es. test). Per questo l’associazione Giobbe ha intrapreso da anni una campagna di sensibilizzazione rivolta loro. Informare per prevenire. Far conoscere la tematica dell’AIDS in modo semplice e diretto con spettacoli teatrali, contest musicali e incontri nelle scuole.